Coronavirus: sicurezza per le aziende rimaste aperte

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Con il diffondersi del coronavirus, il Governo italiano ha adottato una serie indicazioni per la sicurezza dei lavoratori delle aziende rimaste aperte.
Tutte le organizzazioni, incluse quelle con un Sistema di gestione per la salute e sicurezza dei lavoratori ISO 45001, infatti, sono tenute a proteggere dipendenti e collaboratori da questa emergenza sanitaria globale.
Le misure di tutela stabilite sono numerose: ho riassunto prassi e procedure applicabili alla maggioranza delle imprese tuttora operative, mi auguro ti sia utile.

Una premessa: il contenuto è applicabile alla maggior parte delle attività lavorative. Ma se hai domande specifiche o desideri informazioni dettagliate per la tua azienda, scrivimi: sarò felice di poterti essere utile.

E un sentito ringraziamento all’Ing. Flavia Galassi che, con grande disponibilità ed entusiasmo mi ha aiutato ad arricchire i contenuti di questo articolo.

Buona lettura!

Bisogna aggiornare il DVR?

Voglio iniziare da una questione di cui si è parlato moltissimo sin dai primi giorni della pandemia: il DVR è da aggiornare, sì o no?

Beh, a meno che la tua organizzazione non appartenga al settore sanitario, ti dò una notizia:

il covid-19 non è un rischio professionale tipico di qualsiasi attività lavorativa.


Questo, in altre parole, significa che il DVR aziendale non deve essere aggiornato “a prescindere”, ma solo in determinati casi.

Cercherò di spiegarlo in modo comprensibile per tutti, andando per gradi.

  • Il DVR accoglie la valutazione dei i rischi per la salute e la sicurezza sul lavoro cui sono soggetti i lavoratori nello svolgimento delle proprie mansioni e all’interno dell’organizzazione. Il Datore di lavoro è colui che stabilisce tutte opportune le misure di protezione e prevenzione.
  • Ne consegue che i rischi professionali sono quelli che derivano specificatamente dall’attività lavorativa svolta nel luogo di lavoro deputato.
  • Infatti, il rischio professionale si delinea per coloro che  espletano mansioni da cui può scaturire un incremento dell’entità del rischio rispetto al resto della popolazione o ad altri lavoratori . E tale incremento dell’entità del rischio deriva proprio dall’attività lavorativa svolta.
  • Il Testo unico per la Salute e Sicurezza dei Lavoratori (Dlgs 81/2008) (al Titolo X) definisce agente biologico qualsiasi “microrganismo anche se geneticamente modificato, coltura cellulare ed endoparassita umano che potrebbe provocare infezioni, allergie o intossicazioni”. Sono inclusi batteri, virus, parassiti, funghi “in grado di provocare malattie infettive in soggetti umani”.
  • Il rischio biologico è tipico delle strutture sanitarie, ma è presente anche nel settore agricolo e veterinario.
  • Per le altre tipologie di realtà, infatti, il coronavirus va considerato per quello che è: una circostanza estranea all’organizzazione aziendale, un evento imprevedibile per il Datore di lavoro e un rischio indipendente dall’attività lavorativa svolta.
Fatte queste premesse, dunque, è evidente che l’aggiornamento del DVR al fine di prevedere e affrontare i rischi da covid-19 è indispensabile per organizzazioni come:
  • gli ospedali,
  • le strutture sanitarie che fanno ricerca sul coronavirus,
  • le imprese, le cooperative e le associazioni che svolgono attività di supporto e assistenza alle precedenti. Penso, ad esempio, alle ditte di pulizia attive nei reparti covid-dedicati e gli enti del Terzo settore che effettuano il trasferimento dei malati in ambulanza per conto degli ospedali.
All’interno di queste strutture, infatti, il rischio di contrarre il coronavirus è decisamente più elevato di tutte le altre, proprio per via del tipo di lavoro svolto (*). Aggiornare il DVR è solo una delle responsabilità in capo al datore di lavoro. Di questi tempi, infatti, per le aziende che restano aperte c’è anche molto altro da fare (1).

(1) Per ogni ulteriore approfondimento, a ogni modo, ti suggerisco gli artt. 266 e seguenti del Dlgs 81/2008 e s.m.i. e rimando alle disposizioni fornite a livello locale e regionale.

Datori di lavoro: le cose da fare

Il Governo, per evitare la diffusione del contagio, ha mostrato da subito grande attenzione per i luoghi di lavoro.

La prosecuzione delle attività produttive può avvenire solo in presenza di condizioni che assicurino alle persone che lavorano adeguati livelli di protezione (fonte: Protocollo sicurezza 14/03/2020).

Le principali avvertenze fornite ai Datori di lavoro riguardano:

  • la riduzione del numero di persone presenti sui luoghi di lavoro e l’attivazione del lavoro agile (o smart working);
  • l’aggiornamento del DVR (documento di valutazione dei rischi) ove necessario, oltre all’adozione di specifici protocolli informativi;
  • l’adozione di misure di sicurezza per chi continua a lavorare e la fornitura di DPI specifici;
  • l’informativa puntuale e diffusa, anche per email, sugli obblighi di:
    • lavarsi spesso le mani (con le istruzioni su come farlo correttamente),
    • mantenere la distanza di almeno 1 metro tra le persone,
    • igiene respiratoria (sternuti, tosse, fazzoletti usati, ecc.),
    • pulizia di oggetti e superfici,
    • uso della mascherina,
    • la fornitura di gel idroalcolici da usare in alternativa all’acqua e sapone,
    • il ricambio d’aria nei luoghi di lavoro chiusi (anche quando si lavora a distanza);
  • la predisposizione di interventi di sanificazione degli ambienti, (inclusi i mezzi di trasporto e gli abitacoli dei trasportatori) in aggiunta alle pulizie ordinarie e periodiche normalmente effettuate;
  • la valutazione della necessità di aggiornare la formazione sul rischio biologico per coloro che rimangono operativi.

Ulteriori misure raccomandate annoverano:

  • le informazioni da fornire ai lavoratori,
  • le modalità di accesso in azienda, di questi ultimi nonché dei fornitori esterni,
  • le attività di pulizia e sanificazione in azienda,
  • le precauzioni igieniche personali da adottare,
  • i dispositivi di protezione individuale da utilizzare e le istruzioni su come farlo in sicurezza,
  • la gestione degli spazi comuni (uffici, spogliatoi, aree per distributori e fumatori, ecc.),
  • l’organizzazione aziendale nel complesso (turni, orari mensa scaglionati, trasferte, ecc.),
  • l’entrata e uscita dei dipendenti,
  • gli spostamenti interni, le riunioni, ecc.,
  • la gestione di una persona sintomatica in azienda,
  • la sorveglianza sanitaria, con il supporto attivo di medico compente e Rls,
  • il protocollo di regolamentazione per l’applicazione di queste procedure.

(2) Per specifici dettagli rimando al Protocollo sicurezza 14/03/2020 e alle disposizioni fornite a livello locale e regionale dagli enti deputati e dalle Parti sociali.

Dipendenti e collaboratori: le cose da sapere

Ove non sia possibile applicare la modalità di lavoro a distanza, sono poche ma essenziali le cose che dipendenti e collaboratori devono sapere.

Le riassumo di seguito. Il lavoratore deve:

  • evitare di andare a lavoro se:
    • si manifestano sintomi influenzali come raffreddore forte, tosse, sternuti o febbre,
    • non si è sentito il proprio medico di base e/o il numero verde regionale e nazionale per l’emergenza Coronavirus (1500), si è nel periodo di incubazione del virus, si è entrati a contatto (anche i familiari) con persone in quarantena e/o in isolamento precauzionale,
    • nel periodo di incubazione del virus si hanno avuti contatti (anche i familiari) con persone confermate positive (anche casi sospetti) al coronavirus;
  • mantenere la distanza interpersonale,
  • lavare spesso e accuratamente le mani con acqua e sapone o soluzioni a base alcolica,
  • tossire e sternutire nel gomito oppure usare un fazzoletto monouso e gettarlo tra i rifiuti indifferenziati, quindi lavarsi nuovamente le mani,
  • non toccarsi naso, occhi e bocca con le mani.

E per chi lavora a distanza, invece? Quali sono i rischi e cosa si può fare?

Prevenzione ai tempi dello smartworking

Durante questi mesi in cui è facile contrarre il coronavirus, tutte le imprese che hanno potuto, hanno attivato il lavoro a distanza dei propri dipendenti e collaboratori, lo smart working.

Si tratta di una misura idonea per il contrasto e il contenimento del diffondersi del virus (rif. deliberazione del Consiglio dei ministri 31/01/2020). Questo perché permette di evitare i contagi (sia in azienda, sia durante gli spostamenti casa/lavoro e viceversa), nonché il rischio di ammalarsi.

Chiamato anche “lavoro agile”, lo smart working è una modalità lavorativa saltuariamente effettuata al di fuori dei locali dell’impresa e con l’uso di tecnologie informatiche. I rischi connessi con questo modo di svolgere le proprie mansioni lavorative riguardano i disturbi o le patologie muscolo-scheletrici del rachide.

Al riguardo, ho letto del progetto “Igiene vertebrale” e voglio condividerlo perché le indicazioni sono semplici e praticabili da tutti coloro che stanno lavorando da casa.

Il formatore, infatti, spiega e mostra in 9 brevi video di pochi minuti ciascuno, quali sono le principali indicazioni per lavorare in sicurezza anche da casa.

Riproduci video
Clicca sull’immagine per vederli tutti:
  • come stare seduti,
  • scrivania ed esercizi,
  • come scaricare la tensione,
  • esercizi lordosi cervicale,
  • esercizi per estendersi,
  • grounding,
  • educazione posturale in pozione eretta,
  • consigli per il riposo notturno.

Clienti e fornitori, invece?

E’ l’informazione lo strumento principale per il prevenire la diffusione del coronavirus: infatti, è importante considerare che anche clienti e fornitori possono entrare in contatto con le aziende che restano apert.

La prima indicazione, analogamente a quanto si fa con i lavoratori, è esortare tutti a mettersi in contatto prediligendo i mezzi tecnologici (email, fax, videocall e simili).

Qualora, invece, fosse necessario un incontro vis à vis, clienti e fornitori devono essere invitati ad attendere nella reception (o zona di ingresso dedicata) e rispettare la distanza di sicurezza minima di 1 metro.

Eventuale documentazione cartacea, invece, va deposta in appositi contenitori posizionati all’esterno dell’organizzazione, da cui poi il personale li possa prelevare in sicurezza.

Infine, l’uso della mascherina, almeno di tipo chirurgico, va richiesta quando le persone presentano sintomi influenzali, anche lievi.

Principali siti di riferimento

Le informazioni sono numerose in questo periodo e, soprattutto se provengono da fonti poco chiare, accrescono l’incertezza.

I siti che mi sento di suggerirti sono quelli che seguono (cerca le sezioni e gli approfondimenti dedicati al coronavirus):

Spero di averti fornito informazioni utili e, soprattutto da mettere in pratica subito.

Sbircia nel sito, troverai tanti altri contenuti interessanti. Poi, se vuoi, dai un’occhiata alla mia pagina facebook oppure iscriviti per i nuovi articoli.

Grazie e a presto!

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